La bellezza dell’imperfezione
In un mondo dove l’imperfezione viene spesso celata, esiste un’antica arte che ribalta la prospettiva: il Kintsugi, letteralmente “unire con l’oro”. Nato in Giappone nel XV secolo, il Kintsugi (金継ぎ) è molto più di una tecnica di restauro: è una filosofia di vita, un’espressione estetica e simbolica che attribuisce valore alle fratture, trasformando ciò che è rotto in qualcosa di unico e irripetibile.
Nel contesto imprenditoriale, dove resilienza e trasformazione sono parole chiave, il messaggio del Kintsugi risuona con forza: ciò che ha affrontato difficoltà, se riparato con consapevolezza e valore, può tornare a essere ancora più prezioso di prima.
Origine e storia del Kintsugi
Il Kintsugi ha origine nella cultura giapponese del tè. Secondo la tradizione, lo shōgun Ashikaga Yoshimasa inviò una tazza danneggiata in Cina per essere riparata. Quando gli tornò con antiestetiche graffette metalliche, i ceramisti giapponesi iniziarono a sviluppare un metodo più armonioso e poetico di riparazione: nacque così il Kintsugi.
Utilizzando lacca urushi mista a polvere d’oro puro (generalmente tra i 23 e i 24 carati), ogni crepa veniva evidenziata anziché nascosta, trasformando l’oggetto in una nuova creazione, segnata dalla storia e dalla bellezza della sua imperfezione.
La filosofia dietro un’arte secolare
Il Kintsugi incarna il principio estetico del wabi-sabi, che celebra la transitorietà, l’imperfezione e la bellezza dell’incompleto. Secondo questa visione, ciò che è stato danneggiato e poi curato con attenzione è portatore di valore, memoria e profondità.
La tecnica diventa quindi metafora di crescita personale e collettiva: non c’è bisogno di nascondere le cicatrici, perché esse raccontano chi siamo diventati.
Il valore dell’oro in polvere…
Come anticipato, l’elemento centrale del Kintsugi è la polvere d’oro, finemente macinata e applicata sulle fratture dopo l’uso della lacca. Si tratta di oro puro, scelto non solo per la sua bellezza, ma per ciò che rappresenta: luce, resistenza, purezza.
Dal punto di vista tecnico, la polvere d’oro è spesso ottenuta da oro a 23 o 24 carati, con purezza superiore al 95% e viene miscelata con urushi (una lacca giapponese) per creare una pasta dorata resistente al tempo. Questa lavorazione richiede pazienza, precisione e una profonda conoscenza dei materiali.
…e da investimento
Se nel Kintsugi l’oro è simbolo di guarigione e trasformazione, nel mondo finanziario è da sempre emblema di stabilità e protezione. In un contesto economico incerto, possedere oro fisico puro è una strategia intelligente per chi desidera diversificare e proteggere il proprio patrimonio.
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Fonti: lifegate.it, wikipedia.org
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