La produzione di gin come soluzione al surplus vinicolo
Prima del gin, qualche dato sul vino
Il periodo della vendemmia è giunto ormai agli sgoccioli ed è quindi il momento di tirare le somme. Nonostante le evidenti difficoltà legate ai cambiamenti climatici, l’Italia pare confermarsi ancora come primo produttore mondiale di vino, staccando i cugini francesi che nel 2024 hanno perso il 18% sui dati del 2023.
Certo, non siamo ai livelli dell’ultimo quinquennio, ma con 41 ettolitri stimati per la vendemmia di quest’anno, assistiamo ad un recupero del 7% sull’ultima annata. In ogni caso, la qualità del vino sembra essere ottima, merito della tempestività e dell’abilità nell’affrontare le sfide di chi lavora sul campo.
Surplus: quali soluzioni?
Nonostante i dati positivi, l’Europa è attanagliata da un problema piuttosto serio: un surplus di vino che sta causando non pochi problemi a diversi imprenditori del settore. In Italia, siamo a più di 60 milioni di ettolitri in eccesso: i consumatori scelgono la qualità piuttosto che la quantità e, dunque, spendono molto per poche bottiglie pregiate.
Una soluzione al problema in realtà c’è ed è già stata sperimentata in Francia e in Portogallo: utilizzare il vino in eccesso, sia sano che guasto (purché non acetificato), per produrre non solo la classica grappa (ottenuta dalle vinacce), ma altri distillati nobili.
Tradizionalmente, tramite distillazione si ricavano Brandy, Cognac e Armagnac, ma queste acquaviti da qualche anno vivono un momento di crisi, figlio di un calo di interesse da parte dei consumatori. E allora qual è la soluzione? Niente paura, ci pensa il gin. Amato o odiato, è innegabile che questo spirito abbia fan in tutto il mondo, persone sempre alla ricerca di novità e sapori nuovi. La distillazione del vino per la produzione di gin, in questo senso, non solo si configura come un rimedio alle eccedenze vinicole, ma consente di sperimentare, unendo tradizione e moderne tecniche di distillazione.
I prodotti ottenuti con questo metodo sono unici ed anche in Italia iniziamo ad averne degli esempi: Winestillery, fondata dalla famiglia Chioccioli Altadonna, distilla il vino del Chianti per creare gin sempre nuovi. O de V, prodotto da Enoglam (BS), invece, propone due versioni del suo gin, White e Black, con una leggera affumicatura al rosmarino, per avvicinare tradizione italiana e scenari internazionali.
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