Alla scoperta della geo-referenziazione e delle etichette MeGA
In principio fu il terroir francese, ma oggi anche l’Italia punta sempre più sul binomio vino-territorio, per raccontare al meglio le sfumature delle diverse realtà vinicole.
Si sceglie la geo-referenziazione, dunque: le etichette dei vini a denominazioni di origine, DOC e DOCG, hanno la possibilità di indicare una zona più ristretta all’interno della Denominazione, con riferimento non solo all’area del vitigno, ma anche direttamente al singolo vigneto.
Geo-referenziazione: alcuni esempi
Le MeGA, Menzioni Geografiche Aggiuntive, sono sempre di più e sempre più diffuse. Vediamone alcune insieme:
Nobile di Montepulciano “Pieve”: dal 1 gennaio 2025, è questa la nuova dicitura che si leggerà sulle etichette dei vini prodotti in 12 zone storiche del poliziano, il cui nome sarà anteposto alla parola “Pieve”. Per la prima annata, quella del 2021, sono pronte circa 300mila bottiglie.
Icon Wines: a inizio ottobre, il Consorzio Vini Alto Adige presenterà gli Icon Wines, i vini capolavoro delle sei sottozone della DOC montana, ognuna con un’identità ben definita.
Soave: qualche giorno fa, a Verona, si è tenuto un evento con un tour pensato appositamente per presentare al pubblico le Unità Geografiche del Soave e far scoprire come il terroir influenzi il profilo organolettico dei vini.
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