Cosa fare dopo l’individuazione dei beni agevolabili dal piano Transizione 5.0?
Lo scorso mese ci siamo dedicati all’analisi del piano Transizione 5.0 e nello specifico abbiamo dato uno sguardo più approfondito ai beni agevolabili attraverso il credito d’imposta a disposizione. Ma come si passa dalla teoria alla pratica?
Per ottenere i fondi, non basta solo acquistare i macchinari: è necessario seguire un percorso rigoroso e strutturato. Con esperienza ventennale, M3A Business Investments guida aziende e professionisti passo dopo passo attraverso le attività, le certificazioni e le procedure necessarie per mettere al sicuro il credito d’imposta.

La roadmap: otto step per costruire un piano solido
L’accesso alle risorse previste dal piano Transizione 5.0 va ben oltre il semplice investimento e prevede un iter complesso che, sulla base delle indicazioni normative, si articola in otto tappe fondamentali:
- analisi dello stato dei consumi energetici attuali del processo produttivo;
- assessment e mappatura delle tecnologie abilitanti in ottica 5.0;
- certificazione EX ANTE, vale a dire l’elaborazione di una certificazione che attesti le potenziali riduzioni energetiche conseguibili grazie all’investimento;
- attuazione del progetto;
- stesura di un dossier tecnico, completo di tutti i riferimenti normativi;
- certificazione EX POST, ossia una seconda certificazione che attesti le riduzioni energetiche effettivamente conseguite;
- elaborazione di una revisione legale necessaria per la compensazione dell’incentivo;
- elaborazione e invio della modulistica finale sulla piattaforma del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per sbloccare il credito.
È bene fare qualche precisazione sulle due certificazioni, visto il ruolo cruciale che rivestono: quella Ex Ante attesta che il progetto rispetta i criteri di ammissibilità relativi alla riduzione dei consumi; quella Ex Post, invece, conferma l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità a quanto previsto inizialmente.
Non tutti i tecnici sono abilitati al rilascio delle due certificazioni: per ottenerle è necessario rivolgersi a figure qualificate, dotate di idonee coperture assicurative, come EGE (Esperti in Gestione dell’Energia), ESCo (Energy Service Company), valutatori indipendenti o periti industriali con comprovata esperienza.

Accesso al credito e fruizione: attenzione alle scadenze
Il processo di interazione con il GSE è scandito da tempistiche precise che non ammettono errori:
- si invia la Comunicazione preventiva del progetto;
- il GSE comunica l’importo del credito entro 5 giorni;
- entro i successivi 30 giorni, l’impresa deve inviare gli estremi delle fatture per un acconto pari almeno al 20% del costo dei beni trainanti ed eventualmente trainati;
- entro il 28 febbraio 2026, l’impresa trasmette la Comunicazione di completamento;
- il GSE conferma l’importo utilizzabile entro 10 giorni.
Attenzione: il credito d’imposta maturato è compensabile in un’unica quota fino al 31 dicembre 2025, disponibile 10 giorni dopo l’invio della certificazione Ex Post. Se non si riesce a spendere l’intera somma entro tale data, l’eccedenza potrà essere compensata in 5 quote annuali successive.
Da ricordare che il credito Transizione 5.0 non è cumulabile con il credito d’imposta Transizione 4.0, né con il bonus investimenti per le Zone Economiche Speciali (ZES) o Zone Logistiche Speciali (ZLS). Non è previsto il cumulo neanche con ulteriori agevolazioni finanziate tramite fondi europei o misure incentivanti sostenute da risorse dell’Unione europea.
Fonti: M3A
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