La qualità del latte e dei formaggi italiani

Una filiera in crescita

La filiera lattiero-casearia italiana sta attraversando una fase di crescita: volumi stabili, valore in aumento e una domanda interna che torna a premiare qualità, servizio e identità territoriale. 

In cinque anni il fatturato è salito a 21,8 miliardi di euro (+33%), mentre la produzione agricola ha raggiunto 7,9 miliardi (+50%). Accanto alla dimensione economica c’è quella identitaria: secondo Ismea, 57 prodotti a Indicazione Geografica (53 DOP, 3 IGP, 1 STG) generano 5,53 miliardi di euro alla produzione, con Grana Padano DOP e Parmigiano Reggiano DOP come driver di valore in Italia e all’estero.

latte e formaggi

Una domanda interna in evoluzione

Nel 2024 i lattiero-caseari hanno pesato per il 14% della spesa alimentare delle famiglie, terza voce dopo ortofrutta e cereali. Nel 2025 (gennaio-luglio) gli acquisti domestici sono cresciuti di +6,6%, trainati da formaggi freschi e yogurt: prodotti ad alto tasso di rotazione e percezione salutistica, che abilitano politiche assortimentali e di prezzo più dinamiche.

Sul fronte dell’offerta, il prezzo del latte alla stalla ha toccato un record a 59,2 €/100 litri nel primo semestre 2025 (+16% a/a). La sfida per le imprese è trasformare questa pressione sui costi in valore percepito, senza comprimere i margini lungo la catena.

Diamo un’occhiata alla struttura industriale

L’Italia è quinta in UE per latte bovino, con una base produttiva di ~23.000 allevamenti e ~1,7 milioni di vacche. Prosegue il consolidamento: le aziende con >500 capi sono meno del 5%, ma detengono circa un terzo della mandria da latte. 

Il sistema cooperativo resta un vantaggio competitivo nazionale: ~17.000 stalle conferenti, 540 imprese di trasformazione, oltre 13.000 addetti; raccolta del 65% del latte italiano e 70% della produzione dei principali DOP. 

latte e formaggi

Il Made in Italy che piace

Sui mercati esteri l’Italia è secondo esportatore mondiale di formaggi e latticini (dopo la Germania). Il 2024 ha chiuso oltre 5,4 miliardi di euro (+9,2%), mentre nel primo semestre 2025 l’export cresce di +15,7% a valore e +5% a volume, con un surplus della bilancia commerciale nell’ordine dei 400 milioni di euro

Il mix vincente? Formaggi freschi e duri, che valgono circa tre quarti delle esportazioni, sostenendo anche i prezzi interni.

Per le aziende questo significa due cose: i mercati riconoscono il premium price delle nostre IG e, al tempo stesso, chiedono continuità di servizio e capacità di adattare formati, logistica e comunicazione alle specificità del canale e del Paese di destinazione.

Quali sono i prodotti più richiesti?

I segnali più positivi sul retail domestico arrivano da formaggi freschi e yogurt, dove l’innovazione di prodotto (proteico, funzionale, porzionato) e la brand equity giocano un ruolo decisivo nella fidelizzazione del cliente. 

All’estero, la trazione rimane ancorata ai DOP di punta e ai freschi ad alta rotazione, con spazio per strategie “a scaffale” che valorizzino origine, tracciabilità e sostenibilità.

Fonti: ansa.it , ismeamercati.it , ilpuntocoldiretti.it


Vuoi approfondire il tema dei formaggi DOP italiani? Allora dai un’occhiata al nostro articolo dedicato: “Il sogno americano dei formaggi DOP italiani

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