Dati e stime per la campagna olivicola 2024-2025
La campagna olivicola 2024-2025 è cominciata e l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) ha già iniziato a fare le prime stime sulla produzione italiana e estera, benché per dati più certi si dovranno attendere le prossime settimane. Cosa ci aspetta?
La produzione
Secondo le prime elaborazioni, sembrerebbe esserci un aumento globale dei volumi di olio d’oliva: le 3,1 milioni di tonnellate previste allineerebbero la campagna attuale alla media delle sei precedenti, dato che risente della scarsità delle ultime due annate.
All’estero si segnala una lieve ripresa: le informazioni che provengono dalla Spagna parlano di una quantità d’olio che si aggira attorno a 1,3-1,4 tonnellate, in netto miglioramento dopo due anni di estrema siccità. Tra gli altri competitor italiani, anche per Turchia, Tunisia e Grecia ci sono buone prospettive, con la Turchia che potrebbe raggiungere le 340 mila tonnellate. Maggior stabilità è invece prevista per il Portogallo.
L’Italia, sempre che le stime siano corrette, si collocherebbe al quinto posto nel ranking mondiale con una produzione al di sopra delle 220 mila tonnellate, in flessione del 32% rispetto alla campagna precedente, a causa della siccità che ha colpito il Sud, soprattutto la Puglia, le regione olivicola più importante del Paese.
Nello specifico, comunque, rispetto al 2023, si assiste ad un recupero importante delle regioni del Nord che segnano un +75%, a cui si accosta il +70% del Centro, dove la prevenzione e l’attivazione tempestiva dei produttori hanno dato buoni frutti contro l’abbassamento delle temperature e l’aumento dell’umidità che faceva temere attacchi di mosca olearia.
L’export
Stando sempre alle ultime elaborazioni di ISMEA su dati Istat, il 2024 è stato comunque un anno positivo per l’export di olio italiano. A quanto pare, infatti, si è avuta una crescita del 7% in termini di volume e di +61% in valore, arrivando così a superare 1,9 miliardi di euro.
Anche in questo caso, il primato spetta alla Spagna (151 mila tonnellate, +51%), ma al secondo posto si colloca proprio il Bel Paese: il nostro olio è molto apprezzato all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, primo cliente italiano con il 29% dei volumi e il 31% degli introiti. Alle nostre spalle, la Tunisia (40 mila tonnellate, +57%) e la Grecia (meno di 40 mila tonnellate, -72%).
Per le imprese italiane olivicole, il canale estero, dunque, rappresenta un’opportunità importante, da alimentare attraverso la creazione di occasioni di scambio con i principali paesi importatori e consumatori di olio d’oliva.
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