Alla scoperta degli investimenti in oro
L’oro è da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza, un investimento sicuro, soprattutto in periodi di instabilità economica. Con questo articolo, proviamo ad esplorarne i segreti per comprendere come mai attiri così tanti investitori.
Cosa significa?
Investire in oro può avere diversi significati in base alla tipologia di investimento, ma, in ogni caso, vuol dire acquisire una delle risorse più preziose e limitate al mondo. Per il suo valore intrinseco -non può essere stampato o prodotto in quantità infinite- questo metallo viene scelto da chi vuole proteggere il proprio capitale e garantirsi una riserva di valore nel lungo termine.
Perché conviene investire?
Sono innumerevoli le ragioni per cui investire in questo bene può essere una scelta accorta. Spesso, chi prende questa decisione è spinto dalla volontà di diversificare il proprio portafoglio azionario e spalmare il rischio su fronti diversi: la bassa correlazione di questo metallo con altri asset finanziari lo rende una risorsa importante durante i periodi di “panic selling“. Quando i mercati azionari e obbligazionari attraversano momenti di difficoltà, infatti, l’oro tende a performare meglio, tant’è che la sua domanda aumenta notevolmente. Inoltre, la sua scarsità garantisce una certa stabilità nel lungo termine, proteggendo il capitale dagli effetti dell’inflazione e dalla svalutazione della moneta.
Durante la crisi del 2008, chi ha inserito una quota in questo metallo nel proprio portafoglio ha evitato il 45% degli effetti del crollo del mercato azionario. Allo stesso modo, nel mondo post pandemico, con l’invasione russa in Ucraina e l’esplodere del conflitto israelo-palestinese, investire in questo bene risulterà conveniente sul lungo periodo.
Quali sono le tipologie di investimento?
Oro fisico
L’acquisto di lingotti o monete (di investimento o rare) rappresenta il metodo più classico, che garantisce il possesso diretto del metallo, pur comportando costi di conservazione e rischi di furto.
Attenzione all’acquisto dei lingotti: quelli troppo piccoli (1-5 g) possono costare anche il 20% in più rispetto al valore dell’oro, visti gli elevati costi di produzione. Fondamentale, poi, la presenza di una certificazione o dell’ologramma nel caso dei kinebar.
Nella scelta delle monete, invece, è bene essere attenti perché devono essere facili da rivendere se si vuole disinvestire. Tra quelle più sicure troviamo il Marengo Svizzero, il Krugerrand Sudafricano, l’American Eagle, il Maple Leaf Canadese e il Wiener Philharmoniker Austriaco.
ETF in oro
Gli ETF (Exchange Traded Fund) sono fondi di investimento che replicano il prezzo dell’oro e permettono di investire senza dover gestire fisicamente il metallo. Sono semplici da negoziare in borsa e hanno costi di gestione relativamente bassi. Possono essere a replica fisica o sintetica: quelli a replica fisica sono coperti da oro fisico e offrono maggiore sicurezza, mentre quelli a replica sintetica imitano l’andamento del prezzo del bene tramite contratti derivati come futures e opzioni.
Futures e opzioni
Questi strumenti derivati consentono di scommettere sul futuro andamento del prezzo dell’oro, ma comportano rischi più elevati e richiedono competenze avanzate, poiché l’utilizzo della leva finanziaria che li caratterizza può portare a perdite superiori al capitale inizialmente investito.
Azioni minerarie
Investire nelle società che estraggono e lavorano l’oro è un modo indiretto di puntare sul metallo. Queste azioni possono amplificare i guadagni durante i cicli di rialzo, ma risultano anche più volatili e rischiose rispetto all’oro fisico o agli ETF.
Certificati di proprietà
I certificati di proprietà rappresentano un’alternativa all’oro fisico, di cui attestano la proprietà di un certo quantitativo detenuto presso un deposito sicuro. Ovviamente, si deve considerare il rischio di controparte: se l’emittente del certificato fallisce, l’investitore potrebbe perdere la propria quota.
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