Il second hand tra sostenibilità ed opportunità
Qualche anno fa le grandi maison erano restie nell’abbracciare il fenomeno del luxury second hand. La loro paura? Una concorrenza dannosa alla loro produzione, capace di minare i profitti, ma anche di incoraggiare la contraffazione e svalutare il marchio ed il suo status. Tuttavia, la pressione esercitata dalle grandi catene commerciali del settore e dalle piattaforme online, ha portato queste maison ad un rapido cambio di rotta.
Quali vantaggi hanno i brand nell’avvicinarsi al second hand?
Il primo potrebbe essere proprio la sostenibilità, bandiera che spesso i marchi amano sventolare. Certo, ad abiti ed accessori viene ridata una seconda vita, ma attenzione! Spesso queste operazioni sono solo greenwashing, strategie per posizionarsi in testa alle classifiche della sostenibilità senza però realmente mettere in campo altre azioni significative. In ogni caso, esistono anche realtà veramente virtuose, in cui le operazioni di resale davvero riducono drasticamente le emissioni della produzione.
Il vantaggio più significativo è sicuramente la maggior fidelizzazione dei clienti: il meccanismo del resale attuato dai brand del lusso invoglia i clienti ad investire ogni stagione in pezzi delle nuove collezioni, a scapito di quelli vecchi. Questo approccio non solo mantiene i clienti affezionati, ma ne attrae di nuovi grazie al connubio tra valore e convenienza. L’acquisto second hand è per molti un primo contatto con il marchio dei sogni, una prima interazione a cui potrebbero seguirne altre.
Il resale di lusso sembra rappresentare un’opportunità per tutti: per l’azienda madre che ci guadagna, anche in reputazione; per il reseller che mette al servizio dei brand le proprie tecnologie; per i consumatori che risparmiano; e forse, a lungo termine, anche per il pianeta.
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